Contenuto dell’articolo
- 1 Il mostro ritorna: l’attesa per il nuovo Frankenstein su Netflix
- 2 L’eredità immortale: dal romanzo gotico ai giorni nostri
- 3 Le icone cinematografiche: un cammino pieno di adattamenti
- 4 Un regista visionario: Guillermo del Toro e la sua sensibilità per il “mostro”
- 5 Un cast da Oscar: i volti dietro la nuova emozione
- 6 Perché è un film da vedere: l’approfondimento psicologico di Del Toro
- 7 Pubblico ideale: non solo horror, ma dramma gotico
Il mostro ritorna: l’attesa per il nuovo Frankenstein su Netflix
Amici di tveserie, fan delle storie gotiche e delle creature che fanno riflettere, preparatevi! Presto sbarcherà su Netflix una nuova, attesissima versione di uno dei miti più celebri della letteratura mondiale: Frankenstein. Non parliamo di una semplice rivisitazione, ma del progetto dream-team guidato da un maestro del genere, Guillermo del Toro. La sua estetica unica e il suo amore per i “mostri” visti come esseri complessi promettono di regalarci un film che non solo onorerà il materiale originale, ma lo spingerà verso nuove, oscure vette emotive. L’attesa è altissima, e questo Frankenstein è già sulla bocca di tutti!

L’eredità immortale: dal romanzo gotico ai giorni nostri
Prima di addentrarci nel film di Del Toro, è doveroso fare un passo indietro, alle radici di questa storia eterna. Il mito di Frankenstein nasce dalla penna di Mary Shelley, che nel 1818 pubblicò quello che è considerato un capolavoro del romanzo gotico e, da molti, il primo vero romanzo di fantascienza: Frankenstein o il moderno Prometeo. La storia del Dr. Victor Frankenstein, che con l’elettricità dà vita a una creatura composita, solleva domande etiche profonde: cosa significa essere umani? Qual è la responsabilità del creatore verso la sua creazione? Nel corso dei secoli, il “mostro” è entrato nell’immaginario collettivo, spesso ridotto a un semplice spaventapasseri, ma il cuore del libro è molto più profondo e toccante.
Le icone cinematografiche: un cammino pieno di adattamenti
La creatura di Frankenstein ha avuto innumerevoli vite sullo schermo, il che ha plasmato la nostra idea di orrore. Come non pensare subito alla celebre incarnazione di Boris Karloff nel film Universal del 1931? Quella versione, con il suo trucco iconico (viti sul collo e testa piatta), è diventata il look definitivo del mostro. Ma ci sono stati anche adattamenti della Hammer con Peter Cushing e Christopher Lee, e persino versioni più moderne come Frankenstein di Mary Shelley (1994) con Kenneth Branagh e Robert De Niro. Ogni regista ha cercato di dare la sua interpretazione, ma il tocco di Del Toro promette di essere particolarmente sentito e viscerale.

Un regista visionario: Guillermo del Toro e la sua sensibilità per il “mostro”
Guillermo del Toro è il direttore perfetto per questa impresa. Non è solo un regista di genere; è un artista che vede la bellezza e l’umanità dove la maggior parte vede solo orrore. Lo abbiamo visto in Il Labirinto del Fauno e, in modo magistrale, in La Forma dell’Acqua (vincitore di un Oscar come Miglior Film). Nelle sue opere, le creature sono spesso le vittime, anime innocenti che soffrono per l’incomprensione e la crudeltà umana. La sua visione di Frankenstein si concentrerà sicuramente sul dolore e l’isolamento della Creatura, piuttosto che sul semplice jumpscare. Aspettiamoci immagini mozzafiato e una scenografia come solo lui sa fare.
Un cast da Oscar: i volti dietro la nuova emozione
Un grande regista ha bisogno di grandi attori, e il cast di questo nuovo Frankenstein è stellare. A vestire i panni della tormentata Creatura sarà l’attore australiano Jacob Elordi (noto per Euphoria e Saltburn), una scelta che ha già generato molta curiosità. Accanto a lui, nel ruolo del tormentato scienziato Dr. Victor Frankenstein, troviamo il carismatico Oscar Isaac. La presenza di attori di questo calibro, noti per la loro capacità di scavare nelle psicologie complesse, ci assicura che il film non sarà solo uno spettacolo visivo, ma un’intensa esplorazione emotiva dei personaggi.

Perché è un film da vedere: l’approfondimento psicologico di Del Toro
Perché dovreste aggiungere subito questo Frankenstein alla vostra lista Netflix? Come ha sottolineato Movieplayer, la magia di Del Toro sta nel suo approccio: “non si tratta di spaventare, ma di suscitare empatia.” Questo film non è solo per gli amanti dell’horror, ma per chi cerca un cinema che fa pensare. Vedere la Creatura di Jacob Elordi sotto la direzione di Del Toro significa assistere a una riflessione potente sull’identità, sull’essere diversi e sul bisogno di amore e accettazione. È un’occasione per riscoprire il testo di Mary Shelley con occhi nuovi, guidati da un maestro che non teme l’oscurità, ma la illumina con sensibilità.
Pubblico ideale: non solo horror, ma dramma gotico
A quale pubblico è appropriato questo nuovo Frankenstein? Dimenticatevi il classico film teen horror. L’opera di Del Toro è un dramma gotico con elementi orrorifici e fantascientifici. È perfetto per voi se amate le storie che combinano un’estetica visiva ricchissima con tematiche adulte e complesse; oppure, se apprezzate il cinema d’autore e i film che vi lasciano qualcosa su cui riflettere a lungo dopo la visione; infine, se siete fan di Guillermo del Toro e della sua galleria di “mostri” poetici, rimarrete a bocca aperta con questa versione della Creatura. Preparatevi: questo Frankenstein vi coinvolgerà, vi farà commuovere e, forse, vi farà guardare il concetto di “mostro” con una luce completamente diversa. Buona visione!

Scrivo perché la parola è una magia che si ripete all’infinito
