Contenuto dell’articolo
- 1 La vera LouAnne Johnson: ex-marine che voleva fare la differenza
- 2 Michelle Pfeiffer: credibile anche quando il copione non lo è
- 3 Gangsta’s Paradise: la canzone simbolo di un’epoca
- 4 Il cast di giovani sconosciuti (che poi non sono rimasti tutti sconosciuti)
- 5 I numeri: un successo di pubblico (malgrado la critica)
- 6 Dove e perché vederlo secondo tveserie.it
C’è un film su Disney+ che probabilmente non avete rivisto da almeno vent’anni. Un film che quando è uscito nel 1995 ha fatto 78 milioni di dollari al botteghino USA, che ha lanciato una delle canzoni più iconiche degli anni ’90, e che ha reso Michelle Pfeiffer ancora più meravigliosa di quanto già non fosse (se possibile).
Pensieri pericolosi (Dangerous Minds) è quel tipo di film che oggi potrebbe sembrare “datato”, “prevedibile”, o “troppo buonista”. La critica dell’epoca lo stroncò. 34% su Rotten Tomatoes. Il New York Times lo definì “falso e condiscendente”. Eppure, è diventato un cult degli anni ’90. E c’è un motivo.
Perché quando senti le prime note di “Gangsta’s Paradise” di Coolio, quando vedi Michelle Pfeiffer con quel giubbotto di pelle e quei jeans che solo lei poteva rendere eleganti, quando ascolti quegli studenti dire “Miss Johnson, perché dovremmo studiare Dylan e Frost quando la nostra vita è in strada?”—ti torna tutto. Quella decade. Quella musica. Quel modo di fare cinema che oggi non esiste più.
E ragazzi, merita un rewatch. Non perché sia un capolavoro (non lo è). Ma perché è un time capsule perfetto degli anni ’90 e perché Michelle Pfeiffer qui è semplicemente straordinaria.
La vera LouAnne Johnson: ex-marine che voleva fare la differenza
Prima di tutto, questa è una storia vera. O meglio, basata sulla vera esperienza di LouAnne Johnson, insegnante, scrittrice ed ex-marine che ha raccontato la sua storia nel libro autobiografico “My Posse Don’t Do Homework” (che poi è stato re-intitolato Dangerous Minds dopo il successo del film).
LouAnne aveva passato nove anni nel Corpo dei Marines. Aveva perso un bambino. Aveva divorziato da un marito violento. E quando decide di lasciare i Marines e dedicarsi all’insegnamento, finisce—quasi per caso—a dover gestire la classe più difficile di un liceo californiano nella periferia di Los Angeles.
Una classe composta principalmente da ragazzi afroamericani e ispanici, provenienti da famiglie povere, con zero prospettive di futuro, zero fiducia negli adulti, e zero voglia di stare lì ad ascoltare un’altra insegnante bianca che pensa di poterli “salvare”.
Il primo giorno è un disastro. La scherniscono, la ignorano, la sfidano. LouAnne esce da quella classe pensando “non ce la farò mai”. Ma qualcosa in lei—quella testardaggine da Marine, forse—le dice di provarci ancora. Di cambiare approccio. Di parlare la loro lingua invece di pretendere che imparino la sua.
E lentamente, episodio dopo episodio, riesce a conquistarseli. Non con la disciplina. Non con le prediche. Ma con il rispetto, con l’ascolto, e soprattutto con la capacità di mostrare loro che la letteratura non è roba da ricchi bianchi—è uno strumento per capire sé stessi.
Michelle Pfeiffer: credibile anche quando il copione non lo è
Il copione di Ronald Bass (lo stesso di Rain Man, tra l’altro) è pieno di cliché. L’insegnante bianca che “salva” i ragazzi disagiati. Gli studenti inizialmente ostili che poi diventano devoti. Il preside burocrate che non capisce nulla. Il momento tragico di un ragazzo intelligente ucciso dalla violenza delle strade.
È tutto tremendamente prevedibile. La critica lo disse allora e direbbe lo stesso oggi. Ma sapete una cosa? Non importa. Perché Michelle Pfeiffer è così brava, così autentica, così presente in ogni scena che ti fa credere a tutto.
E qui c’è un retroscena bellissimo: Michelle era incinta durante le riprese. Quindi la produzione doveva nascondere la gravidanza con vestiti larghi, angolazioni studiate, oggetti strategicamente posizionati davanti a lei. Eppure, quella vulnerabilità che traspariva—era reale. Non era recitazione. Era Michelle che portava dentro di sé una vita mentre interpretava una donna che aveva perso la sua.
Come ha scritto un utente su IMDb: “Michelle Pfeiffer si immerge completamente nel ruolo di una donna insicura ma determinata, donando credibilità e emozione alla sua interpretazione.”
E un altro: “Ci sono quelli che dicono che Michelle non è abbastanza ‘tosta’ per interpretare un ex-Marine. Ma scusate, si chiama recitazione. Se sei davvero un bravo attore, puoi far credere a chiunque che sei chiunque. E Michelle lo fa perfettamente.”
Il momento in cui LouAnne piange—quelle lacrime sono così genuine che sembra impossibile che stia recitando. È il tipo di performance che ti ricorda perché Michelle Pfeiffer è stata una delle attrici più grandi della sua generazione.

Gangsta’s Paradise: la canzone simbolo di un’epoca
Ma se c’è una cosa per cui Pensieri pericolosi sarà ricordato per sempre, è la colonna sonora. E in particolare, “Gangsta’s Paradise” di Coolio feat. L.V.
Quella canzone è stata ovunque nel 1995-96. MTV la passava ogni due ore. Alle feste era il momento in cui tutti tacevano e ascoltavano. Era malinconica, struggente, potente. E il video—diretto da Antoine Fuqua (che poi avrebbe fatto Training Day e Shooter)—con Coolio e Michelle Pfeiffer che si guardano negli occhi, è diventato iconico.
“Gangsta’s Paradise” ha vinto l’MTV Video Music Award 1996 come miglior videoclip rap. È stata nominata ai Grammy. E ancora oggi, quasi 30 anni dopo, è una delle canzoni rap più riconoscibili di sempre.
La cosa triste? Coolio è morto nel 2022 a soli 59 anni. E quando è successo, tantissime persone sono tornate a guardare Pensieri pericolosi su Disney+ per ricordarlo. Perché quella canzone—e quel film—sono indissolubilmente legati.
Ma la colonna sonora non è solo Coolio. C’è il duo Wendy & Lisa (ex-Prince and the Revolution) che curano gran parte delle musiche. C’è Rappin’ 4-Tay con “I’ll Be Around”, c’è Aaron Hall, ci sono brani che oggi non sentiamo più ma che all’epoca erano la soundtrack della nostra adolescenza.
Rivedere Pensieri pericolosi oggi è anche un viaggio musicale negli anni ’90. E fidatevi, quella nostalgia colpisce forte.
Il cast di giovani sconosciuti (che poi non sono rimasti tutti sconosciuti)
Accanto a Michelle Pfeiffer, il film ha un cast di giovani attori—molti al loro esordio—che interpretano gli studenti. E qui c’è un altro merito del film: i ragazzi sembrano veri. Non sono attori perfettamente truccati che recitano “da giovani difficili”. Sono autentici.
Nel cast:
- Renoly Santiago (Raul Sanchero)
- Wade Dominguez (Emilio Ramirez, il ragazzo più intelligente e ribelle)—morto tragicamente nel 1998 a soli 32 anni per una malattia respiratoria
- Bruklin Harris (Callie Roberts)
- Courtney B. Vance (nei panni del Preside Grandey, il burocrate che ostacola LouAnne)
- George Dzundza (Hal Griffith, il collega che aiuta LouAnne)
E c’è anche Andy Garcia che aveva girato scene d’amore con Michelle Pfeiffer—tutte tagliate al montaggio finale. Un peccato, perché la chimica tra loro sarebbe stata interessante.

I numeri: un successo di pubblico (malgrado la critica)
Mentre i critici storcevano il naso, il pubblico adorò Pensieri pericolosi. Il film incassò:
- 78,5 milioni di dollari al botteghino USA
- 14,9 milioni solo nel primo weekend
- Fu uno dei film più visti dell’estate 1995
E nel 1996, dopo il successo del film, il libro di LouAnne Johnson venne re-intitolato “Dangerous Minds” per cavalcare l’onda. Fu persino prodotta una serie TV per ABC con Annie Potts nel ruolo della protagonista (che durò solo una stagione ma ebbe un suo seguito).
Su IMDb ha 6.5/10, che per un “teacher movie” è un voto più che dignitoso. E nei commenti degli utenti, la stragrande maggioranza dice cose come:
“L’ho rivisto dopo la morte di Coolio e l’ho amato ancora di più di quanto facessi da adolescente.”
“La nostalgia per gli anni ’90 è reale. I look individuali, lo stile, la musica… oggi tutti sembrano cloni.”
“Michelle Pfeiffer brilla. Le sue lacrime emotive sono così genuine.”
Dove e perché vederlo secondo tveserie.it
Pensieri pericolosi è disponibile su Disney+ (oltre che su altre piattaforme come NOW, Infinity+, Apple iTunes, Google Play, Rakuten TV).
E vi dico: guardatelo ora. Non perché sia imperdibile dal punto di vista cinematografico. Ma perché è un pezzo di storia pop degli anni ’90 che merita di essere riscoperto.
Guardatelo per Michelle Pfeiffer che è semplicemente perfetta.
Guardatelo per “Gangsta’s Paradise” che vi farà venire i brividi anche dopo 30 anni.
Guardatelo per quella nostalgia—quella nostalgia autentica per un’epoca in cui i film potevano essere ingenui e va bene così.
Guardatelo per ricordare che un insegnante può davvero fare la differenza, anche se i film ce lo raccontano in modo semplificato.
Buona visione e nostalgia a tutti!

Napoletana d’origine e torinese d’adozione, sono cresciuta tra un film di Hitchcock e una pizza da Sorbillo. Sono sempre alla ricerca di una nuova caffetteria o un nuovo sushi e adoro conoscere nuove persone e visitare posti nuovi, vicini e lontani.
